24/10/2007
A TRIBUTE TO...
E' di ieri la notizia che per i fatti di Genvoa per il G8 il PM ha chiesto qualcosa come 225 anni per almeno venticinque imputati. L'accusa è saccheggio, devastazione. Ci dice Repubblica: "Da 6 a 16 anni di reclusione hanno chiesto i magistrati per ognuno degli inquisiti: "Dobbiamo avere il coraggio di chiamare quei fatti con il loro nome: devastazione e saccheggio", ha detto il pm Canciani. "Al tribunale chiediamo quindi pene severe". AH!!!! Quindi si deve dare alle cose il proprio nome?!?! Buono a sapersi. Allora cominciamo a chiamare tutte quelle forze dell'ordine presenti in quei giorni con il loro vero nome "Picchiatori e assassini", tutti i finti appartenenti al blocco nero "corpi pramilitari facenti capo alle fdo", Bolzaneto se la chiamo Abu Ghraib??!non penso si offenda qualcuno, anche perchè almeno di Abu Ghraib abbiamo le foto di Bolzaneto no...
Scusate! ma mi sale un tale dose di rabbia dentro ancora a sei anni da quei fatti. Però questo non fa cadere la fiducia nella giustizia, sia essa giudiziaria sia essa storica, perchè sarà pur vero che magari i reati si prescrivono, le condanne non vengono scontate in toto e quant'altro ma il tempo, dice sempre mia nonna, è galantuomo. E allora io prendo una bella sdraio, mi metto in riva al fiume e aspetto...passeranno tutti prima o poi....
Rimane il fatto che comunque per un PM ricostruire tutto quello che è accaduto, il perchè ed il come, non è un impresa facile visto che comunque la Repubblica Italiana si è sempre contraddistinta per aver nell'armadio un certo numero di scheletri coperti ancora da una nube fittissima, su tutti valga la vicenda del DC9 Itavia Bologna - Palermo.
Ci vorrebbe semplicità e chiarezza. Ci vorrebbe saggezza e buon senso. E proprio per questo nella vita le situazioni più sono semplici chiare e lineari più si apprezzano fino in fondo. Lo stesso dicasi per la cucina. Le ricette che più ci ingolosiscono sono quelle semplici, senza fronzoli o nomi strani. Quelle che si possono preparare in pochissimo tempo ma sono talmente cariche di significato e di gusto che nel corso degli anni mangio sempre molto volentieri.
Spaghetti cacio e pepe
400 gr di spaghetti, 80 gr. di pecorino grattugiato, sale e pepe.
Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata e grattugiare il pecorino. Scolare la pasta lasciando un poco di acqua. Versare in una zuppiera cospargerla con il formaggio e abbondante pepe appena macinato. Mescolare bene e servire subito in piatti caldi.
09:50 | Link permanente | Commenti (0) | Tag: Cacio, pepe, G8, Genova, Sbirri, Ray Charles
22/10/2007
ASTERIX E OBELIX
Lunedì. Ritorniamo brutalmente alla realtà quotidiana dopo un fine settimana di relativi bagordi, ma soprattutto dopo un fine settimana che ha definitivamente spalancato le porte al Gen. Inverno. Leggendo il quotidiano trovo, anche se nel bene o nel male già ne avevo conoscenza, la notizia che la Turchia ha sferrato un offensiva pubblica (quella sotterranea è cominciata da un po di anni) contro i ribelli del PKK - Partito dei Lavoratori Kurdo.
Il kurdistan è uno stato che esiste dal punto di vista sia etnico che geografico ma non esiste dal punto di vista politico (come molti altri: Euskadi, Corsica...) questo perchè, specialmente nella parte del kurdistan nord irachena, l'area è ricca di petrolio ed anche perchè sia Saddam che le autorità turche non desiderano la scissione di parte del loro territorio. Da sempre il governo turco fa strage di kurdi nel silenzio e nella indifferenza del mondo, fino a quando il leader Ocalan viene in Italia dove rimane come esule politico in quanto condannato a morte. Orbene, scoppia la crisi tra Italia e Turchia sulla procedibilità della pena di morte e sul rientro dello stesso Ocalan. La questione rientra quando la Turchia - nolente all'abolizione della pena di morte ma costretta dalla prossima entrata nella Unione Europea - promette di non condannare a morte Ocalan ma di dargli l'ergastolo.
Da quel momento in poi il Kurdistan ripiomba nell'oblio mediatico e la Turchia tenta di fare passi avanti per essere accettata dalla UE fino a quando alla massima carica dello stato turco - nonostante un fortissimo scontro istituzionale tra esercito (quale protettore della democrazia laica) e il partito di governo (filo islamico) - ascende Abdulah Gul.
Da quel momento, vista la situazione irachena nella quale grazie al caos causato dagli States la parte nord vivve in una sostanziale indipendenza, la paura della formazione dello stato Kurdo ha spinto il governo turco a iniziare una vera e propria offensiva militare contro il PKK facendo incursioni financo nel territorio iracheno (oramai terra di nessuno). Ma è proprio necessario portare a compimento un tale gesto in un momento così delicato vista la situazione della regione? Mi chiedo: l'europa, come al solito, si deve continuare a focalizzare sulle pannocchie e sulla loro quota di produzione o deve cominciare ad avere una seria, forte ed unica voce in politica estera? La vicenda mi puzza tanto di una nuova Cecenia (in pillole i ceceni sono stati quasi spazzati via dalla terra grazie al democratico Putin) .
Quando penso ai villaggi del Kurdistan bombardati dall'artiglieria penso sempre che anche nell'epoca moderna possa esistere un villaggio come quello gallico che nonostante fosse accerchiato dall'Impero resisteva grazie alle spalle e alle braccia dei suoi abitanti i cui uomini di spicco: Asterix e Obelix. Spero sia una realtà r-esistente e non solo una speranza questa anche se temo molto che purtroppo...
Ed in onore di questi due eroi dei fumetti oggi il ganberogonzo suggerisce:
PAPPARDELLE AL CINGHIALE
Ingredienti per 4 persone:
500 g di pasta tipo pappardelle,
500 g di polpa di cinghiale a bocconcini,
sedano,
carota,
cipolla,
aglio,
bacche di ginepro,
salvia,
rosmarino,
timo,
vino rosso robusto,
alcuni cucchiai di passata di pomodoro,
olio d'oliva extra-vergine,
sale,
pepe in grani.
Marinare per una notte la polpa di cinghiale nel vino rosso, aggiungendo tutti gli odori (sedano, carota, cipolla, aglio), bacche di ginepro e grani di pepe.
Sgocciolare dalla marinatura e far andare in pentola, senza condimenti, scolando man mano l'acqua che si forma.
Preparare un battutino con gli odori, salvia, timo e rosmarino, quindi soffriggere il tutto con un po' d'olio, poi rosolarvi la polpa di cinghiale che ha fatto l'acqua; sfumare con vino rosso, aggiungere qualche cucchiaiata di passata di pomodoro, salare e far cuocere lentamente allungando con acqua fino a che la carne non sarà morbida.
Con questo sugo condire le pappardelle cotte al dente.
Rispetto alla ricetta tradizione io non uso il pomodoro; la carne, quindi la faccio "sciricare" come si dice in Abruzzo, aggiungendo un bel pò di vino rosso.
la LUCHA SIGUE....
10:39 | Link permanente | Commenti (0) | Tag: cinchiale, kurdistan, ocalan, turchia, italia, rocco tanica
19/10/2007
SLOW LIFE...
Leggendo il quotidiano stamane (gran bella abitudine) leggo che la leader del partito democratico (ALT! non il nostro democratico ma un democratico inteso come vera alternativa ad un regime palesemente, riconosciuto come tale dagli USA in primis e poi da tutti le democrazie "occidentali", militare) pakistano la Beanzir Bhutto è tornata dopo OTTO anni di esilio "volontario" nel suo paese in vista delle prossime elezioni, per sfidare l'attuale presidente Musharraf. Grande notizia, perchè il Pakistan, data la sua posizione estremamente strategica nella nuova geopolitca post 11/9/2001, può veamente rappresentare un motore democratico per l'area visto anche che lo potrebbe guidare, tralaltro, una donna (ebben si, una donna potrebbe governare in Pakistan ma qui in Italia non se ne vede neanche l'ombra di un passo così..pensa alle volte...). Figurarsi se gliela facevano passare liscia. Infatti dopo ore di marcia inseme a migliaia di persone che accompagnavano il suo ritorno è esplosa l'ennesima autobomba con annesso kamikaze. L'obbiettivo era, naturalmente, ucciderla. Ma invece hanno spazzato via 150 persone insieme a 400 feriti. Sono rimasto interdetto, ma non ovviamente perchè tentavano di ucciderla, neanche perchè hanno messo un autobomba.
Lo sbigottimento viene da considerazioni di carattere antropologico e sociale sull'uomo contemporaneo. Mi si dice: "siamo nel 2007: viaggi in aereo dovunque, hai accesso tramite il web all'intero pianeta, la ricerca permette di rimediare alle storture genetiche..." in due parole il fantastico villagio globale. Ebbene. Questa globalizzazione, e ripeto questa, ha provocato enormi distorcimenti della realtà, si corre troppo. Si vuole ogni cosa hic et nunc. Bisognerebbe tornare ad uno spazio temporale dilatato, tale da permettere il ragionamento, tale da dare all'uomo la possibilità di pensare, riflettere, ragionare, considerare. Servirebbe, ma lo si dice oramai da troppo tempo che pare essere diventata una banalità, una globalizzazione diversa e tendente all'umanizzazione dei rapporti. Oramai vedere le immagini dal fronte mediorientale è diventata abitudine, non ci si fa caso. Sarebbe il caso di prendersela con calma e ricombinare il tutto, ma soprattutto ricombinare l'uomo.
Per questo la tavola diventa un momento di aggregazione fondamentale, e può essere sicuramente uno spazio dove ricombinare e ricollocare la dimensione dei rapporti interpersonali. Mi dicevano, e dovrebbe diventare un vero grido di battaglia, a tavola non si invecchia...dunque lasciamo che il tempo non ci riguardi, solo così il tempo ci può appartenere.
TAGLIATELLE ALLA CARRATTIERA
Ingredienti per 4 persone:
tagliatelle gr. 400
funghi secchi gr. 40
olio d'oliva
aglio
ventresca di tonno gr. 100
peperoncino
pomodoro gr. 500
PREPARAZIONE E COTTURA: Mettere i funghi secchi a bagno in acqua tiepida per farli rinvenire e poi scolarli con un passino. Portare ad ebollizione la pentola per la cottura della pasta. In un tegame mettere l'olio a scaldare aggiungere l'aglio tagliato a fette non troppo piccole e far imbiondire, aggiungere i funghi poi il tonno, il peperoncino, il pomodoro e regolare di sale. Lasciare restringere bene. Scolare la pasta e aggiungerla al condimento. Servire subito.
16:36 | Link permanente | Commenti (1) | Tag: tonno, carrettiera, tagliatelle, bhutto, batto, criceto, amos