Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

08/10/2007

BENESSUM

Pare dunque che l'autunno sia ritornato in scena. Quando parlo di autunno intendo sia quella mezza stagione che apre le porte al generale inverno, sia quella stagione che solitamente si contraddistingue per essere anche definita in ambito politico come "calda".
Quella "calda" (invito i lettori a non profondersi in sorrisi da scolarette) è appena cominciata per via delle mobilitazioni nelle fabbriche a seguito del referendum indetto dai Sidancati confederali sul tema del Protcollo Welfare (che qui allego per chi voglia informarsi protocollo_welfare.pdf ). Pare, come si legge nei diversi quotidiani, che Confindustria dica che il protocollo sia ottimo, che i sindacati confederali dicano che il protocollo sia buono e migliorabile, che il Go-governo dica che il protocollo com'è attualmente è perfezionabile ma deve essere approvato così com'è se si vuole procedere verso una ridefinizione del sistema di Stato Sociale e dulcis in fundo il Prc dichiara che il protocollo non va bene e deve essere ridiscusso. Che fare? (la domanda per antonomasia...dal 1912...)
Noi la risposta l'abbiamo. E parte da qui, dal cuore della sinistra italiana, dal luogo dove per 50 anni il PCI eleggeva Sindaci (ammicco...ammicco...ogni riferimento al sindaco dalla esse minuscola è assolutamente ricercato), dal luogo dove il PCI sparse le sue ceneri politiche per divenire PDS, poi DS, poi PD (sarà che l'evoluzione politica è inversamente proporzionale a quella dell'uomo...mah?!?): BOLOGNA .
Dunque in omaggio alla vecchia signora dai fianchi un po' molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli

I PASSATELLI IN LINGUA rigorosamente ORIGINALE (Thanks to Phranz)

Quand l’è fradd...socmel!
Acsè canta Andrea Mingardi, icona dàl blues bulgnàis,...invezi quand l’è fradd l’è mej preparer un bel piàt ed pasatel...in bròd, l’è òvi.
Pr un bel piàt ed pasatèl serv è bròd ma brisa fàt coi dadi: serv è bròd bon (buon brodo), ed cheren (di carne) con i odor, l’os buc e compagnia cantante!
Dop ed chè tolì dagl’ ov (prendete le uova), una pr’ognun ed quî chi tafien, tolî na terina per sbater dantar î ov con un pochin ed sèl e dla nosa moscà a voster gust.
Dop ch’avî sbatò j ov con totta la roba (una volta fatto lo sbattutto d'uovo), tolî un pel pez ed forma bona. Dop c’avî grattugià la forma bsogna unî la forma co’ j ov sbatò; s’al’impast l’è trop doic (mollo) metî n’eter pò ‘d forma o dal pangratà.
Quand l’impast l’è gnù (quando l'impasto è venuto fuori) bel sòd bsogna fer dal baline e lassele un pò int e frîg.
Quand è bròd buje (quando il bordo bolle) tolî al paline da e frig, tolî l’atrazz apòsta (estrusòr) e squizè al paline con l’estrusor dantr’e brod bujent.
Quand’i pasatè j en gnù a gala j en pront.
Bon aptìt, ragazùl!