27/11/2007
Nous sommes le clan banlieu...
Villiers-le-Bel : au cœur des affrontements
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Des CRS protégeant un commissariat de police en construction. Face à eux environ 300 jeunes, dont certains munis de portières de voiture, dérobées chez un concessionnaire, en guise de boucliers. C’était une des images fortes, hier vers 22 heures, à Villiers-le-Bel (Val-d’Oise), qui semblaient entamer une deuxième nuit de violences.
Promesse. Plus de 60 policiers ont été blessés par des tirs de grenailles dans le Val-d'Oise, selon un bilan de la police, mardi matin. Cinq d'entre eux restaient dans un état grave. Une trentaine de voitures auraient été brûlées, ainsi qu'une bibliothèque et des bâtiments publics. Des incidents ont éclaté dans cinq autres communes du Val-d’Oise, dont Goussainville, Sarcelles et Garges-lès-Gonesse. La soirée semblait confirmer la promesse d’une inscription écrite sur l’autoroute A1 hier matin : «Vengeance pour Villiers-le-Bel.»
A 11 heures, à l’entrée de la ville, des policiers, en nombre. La première chose remarquable, c’est une concession et quarante voitures, calcinées la veille. Son responsable veut déménager les derniers véhicules en prévision. «Apparemment, ça va recommencer», croit-il savoir. «C’est inadmissible, c’est grave, de la violence gratuite», commente Djamel, venu en voisin. Mohamed lui rétorque : «Ça dégénère parce qu’ils ont tué des jeunes. C’est à la police de prendre ses responsabilités.»
Depuis une voiture, des jeunes crient, à l’attention des journalistes présents, dont TV3 (espagnole) et ETB (basque) : «C’est que le début, bâtards !» Devant la mairie, la presse piétine. Mourad, élève de BEP, dit que les gens sont en colère. «Des amis à vous se font tuer par des policiers, vous allez pas aimer.» Il assure avoir vu la course-poursuite, dit que la voiture a «traîné la petite moto». Mais, ce qui l’énerve le plus, c’est que les policiers «ont fait le massage cardiaque et qu’ils sont partis». Laissant les jeunes par terre, tout seuls. Une version qu’ici beaucoup répètent
«Meurtre». A Villiers-le-Bel, il n’y a personne pour trouver l’accident «normal». Ali, 35 ans, dit qu’en voyant l’avant de la voiture tout le monde a compris. «D’habitude, ils mettent un coup de portière, mais là ils ont foncé dessus.» Serge, 32 ans, parle carrément de «meurtre». «Vous comprenez bien qu’ils n’ont pas voulu les arrêter.» Il pense que, si les autorités «tournent l’histoire en banal accident de la circulation», cela va «complètement brûler Villiers-le-Bel».
13 heures. Dans la mairie, la ministre de l’Intérieur, Michèle Alliot-Marie, rappelle que la «violence et l’agitation ne font pas avancer les choses et ne servent à rien». Elle voudrait que les «médias» tiennent leur «rôle, important dans ce contexte, dans un moment où il faut de la sérénité et un retour au calme». Elle fait état d’une situation «tendue que certains peuvent utiliser pour entraîner d’autres personnes». Après son intervention, les «médias» resteront bloqués à la mairie, pour éviter qu’ils ne la suivent dans sa visite des familles.
14 h 30. Une marche silencieuse rassemblant 300 personnes s’ébranle. Un journaliste de France 3 se fait voler sa caméra. Un homme lance : «Depuis hier, ils [les médias, ndlr] disent que des mensonges.» Avant de menacer : «On va te casser ta bouche.» En tête du cortège, des jeunes tiennent les photos de Larami et Moushin, avec la légende «Mort pour rien». Devant, accompagné d’un enfant, le frère de Moushin confie que cette action est «pour faire entendre la vérité». Ce qu’il en pense ? «C’est volontaire de la part des policiers. Avec un choc comme cela, ce ne peut être accidentel.»
Devant un chantier, les organisateurs demandent aux ouvriers de s’arrêter de travailler. Dans le cortège, on entend ceci : «Les keufs, ils ont tous les droits. Ils sont couverts maintenant.» Puis cela : «Il faut les venger, ils sont partis [les policiers, ndlr] comme s’ils venaient d’écraser un pigeon.» Devant la gare, de nombreuses vitrines ont sauté, remplacées par des panneaux de bois. L
16 h 30. Salle Jacques Brel. Mouloud Aounit, le responsable du Mrap, a organisé une conférence de presse avec les parents des victimes. Il briefe le père de Larami. Juste avant, il évoquait le «syndrome de Clichy». «Au moment où il y a une exigence de vérité, dire que la police n’y est pour rien, c’est vouloir éteindre un incendie avec un bidon d’essence». Ce quinquagénaire a passé la nuit à se battre pour calmer les jeunes et s’avoue «désolé» que les policiers lui aient dit : «Rentrez chez vous, espèces de cons.»
Non è una notizia che ha molto rilievo nei quotidiani italiani, oramai divenuti giornali di sola cronaca senza politica esteri indagini. Un cronistoria molto superficiale della vicenda è: due giovani abitanti di Villers le Bel in moto si scontrano con un automobile della polizia, muoiono, si diffonde la voce che l'incidente sia stato provocato dagli agenti stesi e scoppia il putiferio. Due sono gli aspetti che colpiscono maggiormente della vicenda (anche analizzata così superficialmente): 1) è bastato un passaparola per far scattare l'inferno 2) ci sono risacche di rabbia alle cinture periferiche delle metropoli che sono sempre una polveriera pronta ad esplodere.
Spiegare cosa determina questa rabbia incontrollata è difficile, ma non poi così complesso: i migranti di seconda e terza generazione non sono ancora riusciti ad integrarsi nel sistema paese da cui si sentono evidentemente rifiutati e da cui si sentono costantemente discriminati (vedi l'attacco alla polizia che altro che non è un attacco all'istituzione che sentono in prima linea contro di loro). Tutto questo pare strano visto che Parigi, e non troppo nel resto del paese, è una città assolutamente multiculturale, aperta. Parigi e la metropoli Parigi, però, sono due entità distinte perchè se da un lato c'è la città dell'Operà, di Rue de Rivoli, del Louvre, degli eventi, del turismo dall'altro c'è la sua faccia metropolitana dove la gente non riesce a sbarcare il lunario, dove la polizia spesso reprime senza chiedere mai permesso, dove tutto viene abbandonato a se stesso, dove i figli dei migranti cercando di aiutare la famiglia viene tirato dentro fenomeni micro e macro criminali (non tutti forse, c'è anche una base volontaristica e voluttuaria di questo fenomeno: ricerca del benessere lussuoso).
Adesso vederemo quale sarà la reazione del sergente Sarkozy davanti a quanto accade. Vedremo se ancora le politche di tollerana zero, rivelatesi assolutamente prive di riscontro utile nella realtà fattuale, saranno preferite a politihce volte a capire cosa realmente succede in quelle periferie e a cercare un sistema per una migliore integrazione dei migranti.
I fenomeni migratori sono difficili da capire, difficili da risolvere visto il bagaglio che ciascuno porta dentro se di esperienze, emozioni, culture. Io provo a dare una risposta all'italiana a ciò: sedersi ad un tavolo e mangiando cercare di capire a fondo la persona che si ha davanti, visto che la tavola è un luogo dove è difficile mettersi una maschera e dove è altrettanto semplice venir fuori per quello che si è veramente.
Pasta co la mollica (...perlomeno io la chiamo così)
Le quantità non le so specificare perchè quando la faccio vado sempre a "occhio", però l'olio deve essere abbondante altrimenti la mollica lo assorbe tutto....
Mettete a soffriggere in una padella olio extra vergine con uno spicchio di aglio. Togliere l'aglio quando si è rosolato ed aggiungere la mollica di pane raffermo che avete precedentemente sbriciolato. Lasciare rosolare finche non diventa di colore dorato (circa 7-8 minuti). Scolare la pasta e saltarla nella padella con il condimento.
E' bona, bona, bona fidateve !!!!
Posto anche la variante con i broccoli.
Lessare a parte i broccoli e ripassarli in padella a piccoli pezzi con un po di olio extra vergine ed uno spicchio d'aglio. Unire alla mollica solo poco prima di mescolare insieme alla pasta (altrimenti la mollica si ammolla e non crocchia sotto i denti)
10:40 | Link permanente | Commenti (1) | Tag: Banlieu, clan, polizia, repressione, sarkozy, migranti, zidane
26/11/2007
Il mercato del lavoro
E' lunedì, in giro c'è nebbia, anche fitta per altro. Il freddo è quello che è, giustamente, e tocca andare a lavoro. E, dato il periodo nel quale viviamo, si può dire che posso ritenermi fortunato vista la non brillante condizione di salute del mercato di lavoro italiano. Ed è proprio di questo che si discute nelle frenetiche riunioni che si svolgono a Palazzo Chigi: il mondo del lavoro ed in genere il Welfare. L'accordo si raggiunge, non si raggiunge, ce la facciamo, non ce la facciamo...il solito bailamme.
Già nel 2001 io e altri migliaia di "sfigati estremisti" gridavamo che la precarietà era un qualcosa di profodamente maligno, che la globalizzazione così come è stata portata avanti da molti, tra cui anche quello italiano, governi neo-liberisti non poteva che creare inevitabili fratture nel tessuto sociale che si sarebbero sicuramente rilfesse in ogni ambito della vitadi ognuno. Ma eravamo estremisti e pessimisti. Bene. La realtà mi pare palese agli occhi di ognuno. Leggevo tempo fa su Repubblica un'intervista a Massimo D'Alema nella quale l'inquilino della farnesina spiegava come per poter reggere all'impatto della flessibilità del mercato del lavoro bisognava che fosse preparare la società italiana ad essere flessibile essa stessa. Non poteva trovarmi più d'accordo.
Infatti la flessibilità funziona bene in altre realtà europee e mondiali, dove è flessibilità e dove comunque rimane uno strumento utilizzato solamente quale chiave d'accesso al mercato del lavoro ed è tutelato da una serie di diritti comuni quale sanità, ferie, ammortizzatori, pensione...i Welfare in fin dei conti.
Qui la flessibilità non viene utilizzato come uno strumento in grado di formare la futura cittadinanza, ma viene utilizzato quale strumento di aggiramento delle tutele poste a favore del lavoratore, in altre parole la precarietà.
Ma facciamo due conti rapidi e sommari:
- Le imprese: da quando è in atto la globalizzazione hanno cominciato ad esternalizzare la mano d'opera in paesi dove la paga oraria è ridicola, dove non vi sono dei vincoli ambientali per le emissioni e per gli scarichi, dove i diritti riconosciuti ad un operaio sono ridotti al lumicino. In termini tecnici è la delocalizzazione.
- I lavoratori: preso atto di quanto sopra possiamo ben comprendere come l'Italia sia passata dall'essere un paese industriale e di operai ad essere un paese a prevalente terziario e di impiegati. A seguito di questo cambiamento radicale non è seguita una politica di rimodulazione della società. Dunque la società ha dovuto assorbire questo impatto senza che fosse assolutamente preparata e naturalmente ciò non ha fatto che provocare profonde lacerazioni all'interno della stessa generando odio di classe: Quindi il figlio detesterà il padre che prende la pensione mentre lui non vedrà un centesimo, il metalmeccanico detesterà l'impiegato etc. Dividi et impera soleva dire la dottrina politco militare di Roma antica.
Questo naturalmente comporta anche pesanti conseguenze nel mercato dei consumi interni naturalmente: con 800 euro al mese difficle si possa pensare a "spendere", arrivando difficilmente alla fine del mese. E dunque le aziende saranno costrette a produrre di meno per il principio domanda-offerta. Quindi i prezzi si innalzeranno e a quel punto la differenza tra noi e gli argentini sarà solamente e puramente geografica. Ma siamo ancora in tempo (bisognerebbe dasse na mossa però!!!).
Dunque ogni misura che verrà varata da oggi in poi che riguardi il mercato del lavoro dovrà essere orientata a ricuire gli strappi provocatisi negli ambiti sociali per poter così arrivare ad un mercato del lavoro che sia perfettamente in grado di rispondere alle esigenze della popolazione.
Per tirare un po su il morale dopo questo quadretto non proprio esaltante (anche se fortemente stimolante per ritornare a mettere in campo politche dal basso così da riformulare l'agenda politica) potremmo farci una
PASTA NOCI E RADICCHIO
tritare noci e radicchio,mettere una noce abbondante di burro nella padella,soffriggere le noci e il radicchio prima tritati aggiungere sale ed un goccino di brandy,dopodiche' aggiungere panna tenere su fuoco medio sino a fr diventare tutto una crema......per la pasta scolarla moolto al dente e ripassarla nella crema preparata...le farfalle ci stanno divinamente
p.s. grazie a gasperino er carbonaro...
11:04 | Link permanente | Commenti (0) | Tag: welfare, giordano, globalizzazione, dal basso, manu chao, patchanka
23/11/2007
TRIBUTE...PART 7
18:40 | Link permanente | Commenti (0) | Tag: benny, hill, comico, berlusconi, veltroni