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15/11/2007

Rivoluzionari...Pancho Villa

d66eeaf88fa638c28fa0a61dd142ec1d.jpgFrancisco Pancho Villa , vero nome Doroteo Arango Arámbula (Durango5 giugno 1878 – Parral20 luglio 1923) è stato un leggendario rivoluzionario e guerrigliero messicano, ed un eroe popolare della rivoluzione messicana del 1910 - 1911. Dopo Montezuma e Benito Pablo Juarez è probabilmente il messicano più conosciuto al mondo.

Condottiero del popolo che appoggiava Francisco Madero nella rivolta dei cosiddetti peones contro il regime dittatoriale di Porfirio Diaz disse di sé in una autobiografia e nelle interviste a Jack London e al reporter John Reed (testimone della Rivoluzione d'ottobre): "La mia vita è stata una tragedia".

La sua leggenda iniziò a fiorire nel 1894, quando era ancora sedicenne: subito dopo la morte del padre si era trasferito nell'hacienda di Gogojito e una sera, tornando a casa sorprese la madre in una accesa discussione con il proprietario del ranch che aveva tentato di molestare la sorella maggiore del giovane Francisco. Questi reagì sparando al ranchero, ferendolo leggermente. Questo avvenimento segnò per Francisco l'inizio di un lungo periodo di latitanza.

Simpatizzando con i peones con i quali aveva in comune un odio profondo verso i ricchi possidenti terrieri, da quel momento la sua esistenza fu caratterizzata da scorrerie ai danni di allevatori, cui sottraeva capi di bestiame, e di rapine a ricchi minatori.

Braccato sui monti della Sierra (dove diventerà Francisco Pancho Villa) fu più volte catturato riuscendo sempre a farsi rilasciare grazie all'interessamento di influenti amicizie;di li a poco si sarebbe arruolato - con mansioni di ufficiale - nelle truppe degli eserciti irregolari di Francisco Indalecio Madero e Alvaro Obregon: forse, per lui, era una ideale continuazione della lotta di sempre contro gli odiati possidenti. Nel 1910, con una nuova identità e una coscienza immacolata era quindi pronto a scendere dalle montagne per partecipare attivamente a quella che sarebbe stata chiamata la rivoluzione messicana.

Fatti questi brevi cenni biografici bisogna analizzare la figura di questo controverso eroe della Revolucion mexicana. Ma non mi dilungherò, ovviamente, in prolisse analisi storiche e politche. A volte per delineare la figura di un personaggio, qualsiasi esso sia, bastano pochi elementi.

Pancho Villa beveva frappè alla fragola, non sapeva leggere ma fondò (nel momento in cui diventò governatore dello stato di Chihuahua) 50 scuole, propose la pena di morte (parliamo sempre dei primi del novecento, ed in Messico la cultura dei diritt umani non era così diffusa) per le frodi elettorali. Paco Ignazio Taibo II (che gli ha dedicato una biografia) lo definisce come: " L´emblema della vendetta delle vittime dell´ingiustizia sociale, il mio santo laico. Un vero "terrone", come direste voi italiani: con gli stivali sempre sporchi di fango".

Le imprese da rivoluzionario di Pancho Villa termineranno nel 1920: tre anni dopo morirà assassinato (come coloro per cui aveva combattuto, Madero, Carranza e Obregon) nella cittadina di Parral, proprio dove si sentiva più al sicuro, nel natio Stato di Chihuahua.

Sicuramente Villa e la sua Cavalleria si saranno nutriti di cibi semplici, popolari, senza fronzoli vista la "movida" alla quale erano sottoposti. Ed è per questo che il gamberogonzo suggerisce una ricetta tipica di San Severo. Una ricetta povera, che si mangia specialmente nel periodo invernale:

LA ZUPPETTA (rigorosamente in lingua originale!)

 

P fa na bona zuppet’ a pighja u pen vecchj (anna’ ess d'almen nu par di jurn ), taghjil a fell e mitt’l n’du furn. C’anna arrost bon….

(Per fare una buona zuppetta devi prendere il pane raffermo (deve essere invecchiato di un paio di giorni), taglialo a fette e mettilo nel forno. Deve essere tipo bruschetta...)

N’du frattemp fa u brod d carn, cja mett:

1)      nu pez d carn d manz

2)      pastunek (carote)e nu poc d c’poll

3)      sel,

e a mett a volleè.

(Nel frattempo fai il brodo di carne, ingeredienti:

1) un pezzo di carne di manzo

2) carote e un po di pollo

3) sale

e mettete a cuocere il tutto.

Mo mjtt a frjirr (friggere) a carn tr’tet, mitt l’olji n’da na tjell e fa i pulpettin piccninn…

(adesso mettiti a soffriggere la carne tritata, metti l'olio e il necessario per il soffritto e fai delle polpette piccole piccole

Pu pigji na bellà tiella jav’t e mit u pen bruschet,sop c mitt nu poc d mozzarell a fell, nu poco d caciocavall grattuggjete  e se vu,nu poc d mortedell a fell(è chjiu bonn a cussi’). Pu mittc pur i polpettin fritt. .Mitt u brod p sop..Fa pur nu secon stret a cussi…

Mo a pu mett n’du furn…quando a vid duret ta pu finalmente magnja’…

(Prendi un bel piatto profondo - meglio di terracotta - e metti il pane abbrustolito e sopra di esso la mozzarella tagliata a fette - che si sciolga su - un poco di caciocavallo grattuggiato e se vi va un po di mortadella a fettine - il tutto deve essere amalgamato con il pane. Imbibisci il pane nel brodo, a cui avrai aggiunto le polpette, Lascia che tutto si amalgami).

(Tutto ciò va messo nel forno preriscaldato e aspetta che diventi dorato il tutto per poi magiarlo.)

 

Mi scuso con le signore sanseveresi maestre se non sono stato preciso in tutto...