22/02/2008
Kosovo: si o no?
Innanzitutto bisogna premettere che non è possibile ricostruire in poche righe la storia di una zona come quella balcanica da sempre crocevia tra ottomani, serbi, albanesi, austriaci, bulgari, russi. Gli Illiri erano gli orginari abitanti della zona balcanica, nome loro assegnato sia dai Greci che dai Romani. Diversi studiosi, sostengono che gli albanesi siano i diretti discendenti degli Illiri, mentre gli storici serbi sostengono che gli Albanesi, in quanto tali, sarebbero apparsi nella storia solo nel Medio Evo per conseguenza dell'incontro e la fusione tra contingenti non romanizzati di pastori nomadi, discendenti degli antichi Illiri e dei Dardani della Tracia.
Gli Slavi, provenendo dal sud dell'attuale Polonia, attraversarono Carpazi e Danubio, ed iniziarono a penetrare verso il cuore dei Balcani attorno al VI secolo, dall'altro permise alle popolazioni illiriche che vivevano nell'entroterra della bassa costa adriatica di espandersi verso est, in direzione all'odierno Kosovo, conservando la propria lingua di stampo illirico. Dalla metà del IX secolo sino al 1014 la regione fu occupata da Slavi provenienti da est, i Bulgari. Fu in questa fase che queste genti cominciarono ad essere individuate dai propri vicini con il nome di "Albanesi", che ne designava anche la lingua, della quale non esisterà ancora sin agli albori del Rinascimento alcuna traccia o forma scritte, né forme di statualità autonoma. Gli stessi Slavi penetrati da nord nella penisola balcanica, si erano divisi in tre grandi gruppi omogenei: Sloveni, Croati e Serbi ed avevano, entro il XII secolo, preso saldamente il controllo di tutta la parte occidentale della Penisola Balcanica, sino al confine con l'odierna Albania e con il Kosovo. La Serbia a quell'epoca non era ancora un regno unificato: un certo numero di piccoli principati (Župan) serbi esisteva a nord e a ovest del Kosovo, i più potenti dei quali erano la Raška (zona centrale della moderna Serbia) e la Duklja o Dioclea (Montenegro e nord dell'Albania).
Seguirono le due battaglie del Kosovo (chein serbo infatti vuol dire "Campo del merlo" (o "Piana del merlo"), essendo kosovo la forma declinata possessiva della parola slava e serba Kos (Кос) "merlo", ossia "del merlo") che si svolsero a sud di Pristina (attuale capitale del Kosovo) contro rispettivamente Murad I e II principi ottomani. In entrambe le occasioni i reggenti ottomani ebbero la meglio e sconfissero le truppe prima balcaniche e poi quelle magiare.
Successivamente gli Ottomani dominarono la zona fino alle incursioni degli austriaci che tentarono di conquistare i balcani. Si scatenò solamente una tremenda guerra intestina tra serbi-albanesi musulmani e serbi-albanesi fedeli agli Asburgo. Gli ultimi persero e furono costretti alla fuga dal nord del Kosovo e dal sud della Serbia e questo evento è stato immortalato nella storia serba come il Velika Seoba ossia "Grande Migrazione". Si dice tradizionalmente che si ebbe un gigantesco esodo di centinaia di migliaia di rifugiati serbi dal Kosovo e dalla Serbia, che lasciò un vuoto riempito da un flusso di immigranti Albanesi. Arsenije stesso scrisse di "30.000 anime" che fuggirono con lui in Austria: numero confermato da altre fonti.
Gli albanesi successivamente tentarono, con l'appoggio degli ottomani già però in fase di declino, di costruire un unico stato albanese ma la minoranza serba gli si oppose con successo. Gli ottomani cominceranno a perdere i loro possedimenti in terra balcanica favorendo l'autonomia delle popolazioni locali. Chiaramente, come ogni zona strategica geopoliticamente, la sua struutrazione futura fu decisa a tavolino da Francia (i perdenti per antonomasia che non si sa come si trovino sempre li) e Russia che si adoperarono a che alla Serbia fosse concesso il controllo della Macedonia e del Kosovo, mentre la Metohija fu affidata al Montenegro. E fu concessa l'indipendenza all'Albania. Al momento della riconquista del Kosovo da parte dei Serbi, i cittadini di etnia albanese corrispondevano a circa il 60% del totale degli abitanti della provincia. L'occupazione serba fu realizzata a prezzo di gravi massacri: si stima che circa 20.000 kosovari, in prevalenza albanesi, furono giustiziati. In tal modo, nel giugno 1913, alla conclusione della Conferenza a Londra, un gran numero di cittadini di etnia albanese si trovò sottoposto ad un potere serbo oppressivo, con il beneplacito delle grandi diplomazie europee. Richiamandosi alla battaglia del 1389, il governo serbo pianificò una ricolonizzazione del Kosovo da parte di famiglie serbe, mentre si distruggevano le case di turchi e albanesi emigrati o fuggiti.
La storia recente, da Tito ad oggi, l'ho volutamente omessa perchè mi pare di tutta evidenza e mi pare anche non troppo influente rispetto a quanto avvenuto fino alla Conferenza di Londra.
Ad ognuno le proprie conclusioni.
11:11 | Link permanente | Commenti (0) | Tag: Kosovo, serbia, albania, indipendenza, balcani, tito, assalto